Vivendo praticamente nel ristorante ho la possibilità di guardare ogni giorno tavoli di tutte le dimensioni e forme, da quelle standard, al quadrato, al tondo, all?ovale e conoscendo gli architetti Di Nardi, che spesso ci hanno coinvolti nell?organizzazione di loro eventi sia pubblici che privati (l’ultima festa organizzata é il matrimonio di Adalberto), li ho coinvolti nella scelta di un tavolo che potesse essere affine alle mie esigenze visive e di utilizzo.
“La forma irregolare a contorno curvilineo, che lo identifica senza ombra di dubbio come oggetto di design, permette di creare insolite e divertenti asimmetrie tra i commensali” (cit.da rivista “Ristrutturare la casa”)
Da questo pensiero é nato LIBERO: un tavolo dalla forma particolare e ben descritto nelle parole dell?amico di sempre, autore di testi, PAOLO PAGLIANI.
“Il tavolo é questo. E’ l’idea di avere un piano all?altezza giusta per appoggiarci i gomiti, con buona pace del vecchio galateo. Il tavolo può servire per fare un sacco di cose, ma sapendo che questo é stato progettato dai fratelli Di Nardi (impegnati da anni a dare forme nuove e originali a ristoranti e bar) con la collaborazione della chef decorata con stella Rosanna Marziale, diciamo che sia un tavolo da pranzo, che serva per appoggiarci sopra i contenitori con le cose da mangiare a cui chi deve consumare il pasto si accosta. Di solito i tavoli con questa funzione hanno forme regolari: sono quadrati, rettangolari, rotondi o, più raramente, ovali. Questo tavolo invece ha una forma irregolare a contorno curvilineo, che lo qualifica inequivocabilmente come un oggetto di design. E’ difficile calcolarne precisamente l’area, sapere di quanto spazio utile si può disporre e di quale ingombro si debba tenere conto. E’ disagevole farlo passare attraverso le porte e, una volta collocato nell?ambiente prescelto, entra in vivo contrasto con le linee simmetriche delle architetture più comuni. Anche coprirlo con una tovaglia che vi aderisca senza fare sbuffi risulta piuttosto difficile. Ma la cosa più complicata é trovare la giusta collocazione ai commensali: si rischiano insolite asimmetrie, inaspettate vicinanze e bizzarri incroci di piedi e ginocchia. A che scopo rompere tanti e consolidati schemi conviviali? Ma per la libertà, naturalmente. Questo tavolo é libero di nome e di fatto e dimostra quanto sia complesso, impegnativo, spiazzante, ma irrinunciabile, l’essere liberi.”
Naturalmente ne é nata una sinergia naturale con il resto dell’arredamento: le sedie, la lampada, il banco di lavoro.
Ovviamente in Casa Marziale non potevano mancare alcune delle tele del mio progetto? “RINOCERONTIFICIO“, realizzate con il Graphic designer, nonchè amico di sempre, Alberto Grant, che ha realizzato per me anche il forchettone in metallo (in foto) e tanti altri oggetti di arredo per la Casa Marziale.